Post reges exactos Ianus iterum clausus

Eutropio lingua latina per se illustrata

Finito igitur Punico bello, quod per viginti tres annos tractum est, Romani iam clarissima gloria noti legatos ad Ptolomaeum, Aegypti...

Dunque conclusa la guerra Punica, che si prolungò per 23 anni, i Romani, già noti per la famosissima gloria, mandarono a Tolomeo re dell'Egitto dei luogotenenti, promettendo soccorsi, dal momento che il re di Siria, Antioco, gli aveva fatto guerra.

Egli ringraziò i Romani, non accettò gli aiuti; infatti la battaglia era già stata conclusa. Nello stesso periodo il potentissimo re di Sicilia, Gerone, si recò a Roma per assistere agli spettacoli e offrì in dono al popolo duecentomila moggi di grano. Sotto il consolato di Lucio Cornelio Lentulo e Quinto Fulvio Fiacco, durante il quale [=consolato] Gerone era venuto a Roma, si combatté una guerra anche contro i Liguri all'interno dell'Italia e si trionfò su di essi. Tuttavia i Cartaginesi tentavano di rinnovare la guerra spingendo i Sardi, che in base alle condizioni di pace dovevano obbedire ai Romani, a ribellarsi. Ma giunse a Roma un'ambasceria di Cartaginesi e ottenne la pace. Sotto il consolato di Tito Manlio Torquato e C. Attilio Bulbo si trionfò sui Sardi e, stipulata la pace in tutti i luoghi, i Romani non ebbero nessuna guerra, cosa che ad essi era capitata solo una volta dopo la fondazione di Roma, quando regnava Numa Pompilio.

I consoli Lucio Postumio Albino e Gneo Fulvio Centumalo combatterono la guerra contro gli Illiri e, conquistate molte città, accettarono anche la resa dei re. E allora per la prima volta si trionfò sugli Illiri. Sotto il consolato di Lucio Emilio ingenti truppe di Galli attraversarono le Alpi. Ma tutta l'Italia si accordò a favore dei Romani, ed è stato tramandato dallo storico Fabio, che prese parte a quella guerra, che vi furono pronti per quella guerra ottantamila uomini. Ma la situazione fu gestita assai felicemente per mezzo del console.

Quarantamila nemici furono uccisi e fu decretato il trionfo ad Emilio. In seguito dopo alcuni anni si combatté in Italia contro i Galli e la guerra terminò sotto il consolato di M. Claudio Marcello e Gneo Cornelio Scipione. Allora Marcello combatté con un piccolo manipolo di cavalieri e uccise di sua mano il re dei Galli, di nome Viridomaro. Poi con il collega annientò le numerose truppe dei Galli, espugnò Milano, portò a Roma un gran bottino. E Marcello, trionfando, portò sulle sue spalle, appese ad un'asta, le spoglie del Gallo.

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