REGES ET REGINAE iuvenis indolis regiae

Livio Lingua latina per se illustrata

Eo tempore in regia prodigium visu mirabile fuit. Puero dormienti, ... Hic tantus honos quacumque de causa illi habitus credere prohibet eum serva natum esse parvumque ipsum serviisse.

In quel periodo nel palazzo reale si verificò un prodigio notevole a vedersi. Mentre un bimbo di nome Servio Tullio stava dormendo, raccontano che la (sua) testa abbia preso fuoco alla presenza di molti.

Allora, essendosi da li verificate grida da parte di molti, i reali furono richiamati e mentre un certo servo portava acqua per spegnere, fu impedito dalla regina che, fatto cesare il chiasso, vietò di muovere il bambino fino a quando non si fosse svegliato da solo. All'improvviso la fiamma venne meno insieme al sonno. Allora, portato in disparte il marito, Tanaquil "Vedi questo fanciullo - disse - che alleviamo con tanto modesta educazione?

È bene che tu sappia che costui sarà la luce futura nei nostri momenti bui. Perciò alleviamolo con ogni cura!" Da allora cominciarono a trattare il bambino come un figlio e a erudirlo in quelle discipline che dalle quali le menti sono stimolate alla ricerca di un grande destino. Ciò si realizzò facilmente perché nella volontà degli dei; il ragazzo crebbe veramente di temperamento regale.

Né alcuno della gioventù romana, quando si ricercò un genero per Tarquinio, potè paragonarsi con Servio in alcuna disciplina e il re gli diede in sposa sua figlia. Questo così grande onore attribuito a lui per qualsiasi motivo, impedisce di credere che egli era figlio di una schiava e che da piccolo egli stesso aveva fatto il servo.

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