Audires ululatus feminarum ...

Avresti potuto sentire i gemiti delle donne, i pianti dei bambini, le grida degli uomini: alcuni con le grida cercavano i genitori, altri i figli, altri ancora i coniugi, e dalle voci li riconoscevano, questi compiangevano la sua sventura, quelli compiangevano quella dei loro familiari;

c'erano di quelli che per paura della morte invocavano la morte; molti tendevano le mani agli dei, la maggior parte credeva che ormai non ci fosse più nessun dio e che quella fosse la notte conclusiva e ultima per il mondo. E non mancarono alcuni che ingigantivano i pericoli reali con terrori immaginari e falsi.

C'erano alcuni che affermavano che a Miseno c'era una qualcosa che crollasse e che bruciasse, non era vero, ma lo riferivano a chi credeva loro. Per un po' tornò la luce, cosa che a noi non sembrava il giorno, bensì un segno del fuoco che si avvicinava. Eppure il fuoco si fermò abbastanza lontano, (tornarono) di nuovo le tenebre, e di nuovo cenere fitta e pesante. Noi la scuotevamo via di tanto in tanto alzandoci in piedi; altrimenti saremmo stati coperti e anche schiacciati dal peso della cenere.

Potrei vantarmi che in mezzo a pericoli così grandi non mi sia sfuggito un gemito, né una parola poco coraggiosa: ma io credevo di morire insieme a tutto il resto e che tutto il resto morisse con me, triste e tuttavia grande conforto del dover morire.

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