Erat Italia tunc plena Graecarum artium ac ...
All'epoca l'Italia era ricca di arti e di dottrine di origine Greca e anche nel Lazio all'epoca questi studi erano coltivati con più passione di quanto non accada oggi nelle medesime città, e anche qui a Roma, grazie alla stabilità dello Stato, essi non erano trascurati.
Pertanto gli abitanti di Taranto, di Reggio e di Napoli fecero dono a costui della cittadinanza e di tutti gli altri onori; e tutti coloro che erano capaci di capire qualcosa in fatto di talenti, lo giudicarono degno di conoscenza e di ospitalità.
Poiché per via di questa così grande rinomanza della fama era ormai divenuto noto anche agli estranei, sotto il consolato di Mario e Catulo, si recò a Roma. Per prima cosa raggiunse quei consoli, dei quali l'uno poteva offrirgli imprese importantissime da scrivere, e l'altro poteva offrirgli sia le imprese compiute, sia passione e orecchio (per la poesia).
Immediatamente i Luculli, quando Archia indossava ancora la toga pretesta, lo accolsero nella loro casa. E anche in questo caso, dimostrò a tal punto non solo talento e cultura, ma anche buona indole e virtù, che la medesima casa che fu la prima per la giovinezza di costui, gli restò assai familiare anche da vecchio.