Noli te oblivisci Ciceronem esse qui aliis consueris praecipere ...

Non ti dimenticare che tu sei Cicerone, quello che è solito ammonire e dare consiglio agli altri:

non imitare i cattivi medici, che nelle malattie altrui dichiarano di possedere la conoscenza della medicina, e proprio loro non sono in grado di curare se stessi; ma, piuttosto applica a te stesso e mettiti nell'animo, le cose che sei solto insegnare agli altri. Non c'è nessuna sofferenza, che il passare del tempo non diminuisca ed attenui. Attendere questo periodo e non porre rimedio alla faccenda con la tua saggezza, per te è disonorevole.

Poiché se i defunti hanno un qualche sentimento, che nel caso di Tullia fu l'amore per te e il rispetto nei confronti di tutti i suoi (parenti), certamente ella non desidera che tu ti comporti così. Concedi questo a quella defunta; concedilo a tutti gli altri amici e parenti, che si rattristano a causa del tuo dolore; concedilo alla patria, affinché anche adesso possa avvalersi della tua attività e della tua saggezza. Mi vergogno di scriverti più cose in merito a questa faccenda, non credere che io non abbia fiducia nella tua assennatezza.

Perciò, se avrò esposto solo questo (pensiero), smetterò di scrivere. Abbiamo constatato che varie volte hai sopportato molto equilibratamente la sorte propizia: fai in modo che comprendiamo, una buona volta, che tu riesci a sopportare correttamente anche quella avversa.

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