Q. Metellus, cum pro consule bellum in Hispania ...

Q. Metello, mentre in qualità di proconsole conduceva in Ispania la guerra contro i Celtiberi, e non riusciva ad espugnare con le truppe Contrebia, la capitale di quella popolazione, dopo aver molto e per lungo tempo valutato ipotesi tra sé e sé, trovò la via grazie alla quale condurre al successo il (suo) intendimento.

Intraprendeva marce con grande impeto, poi si dirigeva ora verso lacune regioni, ora verso altre, occupava determinati monti, poco dopo passava ad altri, mentre nel frattempo la ragione di questa sua imprevista e improvvisa agitazione era sconosciuta tanto a tutti i suoi soldati quanto agli stessi nemici.

Interrogato per giunta da un tale suo carissimo amico sul perché seguisse una strategia militare tanto dispersiva e incoerente, rispose: "Rinuncia a chiedere ciò: infatti se avrò pensato che la mia sottoveste sia a conoscenza di questo mio piano, ordinerò immediatamente che essa venga bruciata!". Verso dove portò quella finzione e che risultato ebbe?

In verità dopo che ebbe confuso sia il suo esercito con l'incomprensibilità e tutta la Celtiberia con il girovagare, dopo aver indirizzato la marcia altrove, improvvisamente deviò verso Contrebia, e, sorpresa e sbigottita, la abbatté.

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