Roma in guerra contro Filippo di Macedonia.

Nell'anno 550 dalla fondazione di Roma, fu dichiarata la guerra contro il re Filippo, pochi mesi dopo la pace con i Cartaginesi.

In primo luogo il console Publio Sulpicio riferì quella vicenda al senato che stabilì che i consoli facessero un sacrificio con vittime particolarmente grandi e, dopo di esso consultassero il senato circa lo stato e le provincie. Durante quei giorni furono recapitate missive sia dal legato M. Aurelio, sia dal propretore M. Valerio Levino e giunse una nuova ambasceria di Ateniesi, per annunciare che il re si avvicinava al loro territorio e che in breve non solo i campi, ma anche la città sarebbe venuta in potere del re (si sarebbe arresa al re). Le missive di Aurelio e Valerio furono lette e furono ascoltati gli ambasciatori degli Ateniesi.

Alla fine una delibera del senato stabilì che fossero rese grazie agli alleati, poiché non erano venuti meno all'alleanza neppure per la paura di un assedio e ordinò che fosse dichiarata guerra a Filippo, re dei Macedoni.

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