Uno degli orazi uccide sua sorella
Inizio: Princeps Horatius ibat, ...
adattamento del passo originale di Livio
Alla testa dei Romani marciava Orazio col suo triplice bottino. Di fronte alla porta Capena gli andò incontro sua sorella, ancora nubile, che era stata promessa in sposa a uno dei Curiazi.
Appena riconobbe sulle spalle del fratello la mantella militare del fidanzato che lei stessa aveva confezionato, si sciolse i capelli e in lacrime ripeté sommessamente il nome del caduto. Il suo pianto, proprio nel momento del tripudio pubblico per la vittoria, irrita l'animo del giovane impetuoso che, estratta la spada, trafigge la ragazza rivolgendole nel contempo queste parole di biasimo: «Vattene con la tua bambinesca infatuazione, vattene dal tuo fidanzato, tu che riesci a dimenticare i tuoi fratelli morti e quello vivo e addirittura la patria.
Possa così morire ogni romana che piangerà il nemico. »L'azione sembrò atroce ai senatori ed alla plebe, ma il merito recente rendeva meno orribile l'accaduto. Tuttavia fu condotto in giudizio davanti al re. Questi, non volendosi assumere l'intera responsabilità di una sentenza così penosa e impopolare nonch?
della condanna a morte che ne sarebbe seguita, convocò l'assemblea del popolo e disse: "Secondo quanto è prescritto dalla legge, nomino una commissione di duumviri e gli affido il compito di processare Orazio per lesa maestà. "