Lettera di un padre in esilio
Filii mei, epistulam vestram...
Figli miei, ricevo la vostra lettera con grande gioia. Rispondo subito e inizio a raccontare della mia vita. Sono profugo, ma senza colpa:
non sono dannoso per la patria (dat di svantaggio), ma sono stato respinto in esilio e ingiustamente da Roma. L'esilio in una terra straniera è duro e intollerabile.
Sono povero e malato e brucio dal desiderio della patria: anche nei sogni vedo il Campidoglio, le tribune e il foro. Il ricordo della famiglia in verità è un conforto.
Gli amici fidati escogitano il mio ritorno a Roma e lo preparano con zelo. Talvolta, figli diletti, prendete coraggio e e ringraziate gli amici per l'aiuto.
(by Maria D.)