Caesar ad dexterum cornu pervenit et suos ab hostibus ursos vidit ...
Cesare raggiunse il fianco destro (dell'esercito) e vide i suoi braccati dai nemici, dopo che tutti i centurioni della quarta coorte erano stati trucidati, che il portatore del vessillo era stato ucciso, che l'insegna era stata perduta, che quasi tutti i centurioni delle restanti coorti erano stati o feriti oppure uccisi, e tra questi il primipilo Sestio Baculo, un uomo possente, stremato dai colpi numerosi e gravi.
I rimanenti erano malmessi, e parecchi si allontanavano dalla battaglia, mentre i nemici da davanti, arrivando da una zona più bassa, non smettevano, e sui due lati incalzavano. Quando Cesare si accorse di questo, dopo aver strappato lo scudo a un soldato della retroguardia, poiché egli stesso era venuto senza scudo, avanzò in prima linea e, chiamati per nome i centurioni, incitando i rimanenti soldati ad attaccare (signa inferre = "attaccare"), comandò di allargare i manipoli.
Poiché dall'arrivo di Cesare era stata infusa speranza nei soldati, ed era stato risollevato il morale, l'assalto dei nemici fu un poco frenato.