Caesar, exposito exercitu et loco castris idoneo capto, cohortibus decem ...

Cesare, dopo che l'esercito era stato disposto, ed un luogo adatto per l'accampamento era stato occupato, lasciate dieci coorti vicino al mare, pose Quinto Atrio a capo della guarnigione e delle navi, e si diresse verso i nemici.

Egli stesso, poiché durante la notte era avanzato di molto, scorse le truppe dei nemici. Quelli, da un luogo più elevato, iniziarono a tenere lontano i nostri tramite i carri da guerra, e ad intraprendere la battaglia. I nemici, respinti dalla cavalleria, si nascosero nei boschi, e occuparono un'area efficacemente protetta sia per la conformazione naturale, sia per il lavoro di fortificazione, che già in precedenza avevano preparato ai fini di una guerra interna; infatti, una volta che i fitti alberi erano stati tagliati, tutti gli accessi erano preclusi.

Essi stessi, dai boschi, contrattaccavano sparsi, e non permettevano ai nostri di entrare nelle fortificazioni. Ma i soldati della settima legione, formata la testuggine, e accostato un terrapieno alle fortificazioni, conquistarono il luogo, e cacciarono quelli via dai boschi, dopo aver subìto pochi danni.

Però Cesare vietò di inseguire i nemici che scappavano, perché non conosceva la geografia del luogo e perché, dato che buona parte della giornata era già trascorsa, voleva rinforzare l'accampamento.

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