Dicunt aliqui antiquitus, sive motu terrae sive qua alia vi, forum medium ...

Dicono alcuni che anticamente, o per un terremoto, oppure per qualche altra calamità, il centro del Foro cadde in un'enorme voragine.

Raccontano che gli abitanti vi gettarono dei sassi, però il baratro non poté essere riempito. I Romani, tremanti, ritenevano che gli dèi preannunciassero la rovina di Roma, e consultarono l'oracolo. Gli indovini diedero un sorprendente responso: se desideravano che lo Stato fosse duraturo, i Romani dovevano gettare nella voragine degli oggetti preziosi.

Immediatamente tutti portarono nel Foro gioielli preziosi d'oro e d'argento, e li gettarono in quell'abisso, ma invano. Raccontano che a quel punto Marco Curzio, un giovane eccellente in guerra, disse così: Noi non teniamo in gran conto l'oro e l'argento, ma le armi e il valore.

Io agli dèi offro delle armi ed un giovane coraggioso! Si dice che egli guardò i templi degli dèi immortali ed il Campidoglio, tese le mani ora verso il cielo, ora verso la voragine della terra, agli dèi Mani, e che si gettò nel baratro, armato e insieme al cavallo equipaggiato.

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