Iram ne temperemus, sed ex toto a mente eam removeamus ...
Non indulgiamo alla collera, ma rimuoviamola del tutto dall'animo. E (a questo scopo) nessuna cosa gioverà più che il pensiero della mortalità.
Diciamolo: A cosa serve dichiarare rancori e sprecare una vita breve come se fossimo stati generati per l'eternità?
A cosa serve dedicare al dolore di qualcuno i giorni che ci è permesso impiegare in un piacere decoroso? Perché, immemori della nostra debolezza, ci facciamo carico di grandi odi e così, da fragili, ci adiriamo?
Perché sconvolgiamo la vita? Il Destino ci incombe sulla testa; codesto tempo, che dedichi alla morte altrui, forse è in prossimità della tua.