Marce Tulli, quid agis? Tune Catilinam, qui hostis bellique dux est, qui auctor sceleris ...
O Marco Tullio, che cosa fai? Tu lasci andare via impunemente Catilina, che è un nemico e il comandante della guerra, che è il promotore del crimine, ilcapo della congiura, l'istigatore di schiavi e di cittadini rovinati, Catilina, che i nemici attendono nell'accampamento come comandante supremo? Forse non condurrai costui in carcere? Forse non condannerai costui alla pena capitale?Ti frenano invece le leggi che le assemblee del popolo stabilirono in merito alle esecuzioni di cittadini Romani?
Ma in questa città, coloro che tradiscono lo Stato, non mantengono mai i diritti di cittadini. Forse che temi il giudizio della posterità? Non hai nessuna riconoscenza per i popolo Romano, che in maniera così veloce, attraverso tutti i gradi delle cariche pubbliche, promosse al vertice del potere te, un uomo noto tramite sé (lett.
: "te"), e non tramite antenati nobili?Tu, che a causa dell'invidia e della paura del pericolo, trascuri la salvezza di tutti i tuoi concittadini, temi il biasimo della durezza e della risolutezza, e non temi il biasimo dell'inerzia e dell'indolenza?