Titus Manlius Torquatus ob ingenii et linguae tarditatem a patre rus relegatus est ...

Tito Manlio Torquato, a causa dell'ottusità d'ingegno e di parola, venne relegato dal padre in campagna.

Un giorno, quando il padre venne citato in giudizio dal tribuno della plebe Pomponio, il figlio, di notte, si diresse a Roma. Ottenne dal tribuno un colloquio segreto, strinse la spada con la mano e, per mezzo di molta paura, lo spinse a lasciar perdere quell'accusa.

Sotto il dittatore Sulpicio, Manlio, tribuno dei soldati, uccise uno sfidante Gallo; gli tolse una collana e la mise al proprio collo. Da console, durante la guerra contro i Latini, uccise il proprio figlio con una scure, perché aveva combattuto contrariamente ad un ordine.

Grazie al sacrificio del collega Decio, sconfisse i Latini presso il fiume Veseri. Rinunciò al consolato, poiché – come diceva – né egli sopportava i difetti del popolo, né il popolo sopportava la sua severità.

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