Il mito della fondazione di Roma (II)
Raccontano che Remo avesse visto per primo sei avvoltoi, e che poi Romolo (ne avesse visto) un numero doppio; allora nello stesso tempo sia Remo sia Romolo furono acclamati re dai loro compagni: il primo per la precedenza dell'apparizione augurale, il secondo per il numero degli uccelli.
Essendo per questa ragione venuti alle mani, spinti dalla collera, Remo colpito nella mischia morì. Più diffusa è la leggenda che Remo avesse scavalcato per scherno del fratello le mura della nuova città e fosse stato ucciso da Romolo incollerito, che aggiunse queste parole:
"Muoia così chiunque scavalchi le mie mura!". Così Romolo prese da solo il comando e la nuova città fu chiamata Roma dal nome del fondatore.
Dopo aver ritualmente compiuto i sacrifici e chiamata in assemblea la folla dettò le leggi alle quali tutti promisero di obbedire. [separatore]
RISPOSTE:
1. Romulus et Remus urbem condere statuerunt in iis locis ubi expositi atque educati erant.
2. Sperabant urbe maiorem quam Albam Laviniumque futuram esse.
3. Effecit ut foedum certamen inter fratres existeret regni cupido.
4. Romulus auguria cepit in Palatino, Romulus in Aventino.
5. Remus vidit sex vulrures, Romulus duodecim.
6. Remus consalutatus est rex tempore augurii praecepto, Romulus numero avium.
7. Remus cecidit ictus in turba.
8. Vulgatior fama narrat Remum transiluisse ludibrio fratris Romae moenia et interfectum esse a Romulo irato.