Le discordie interne sono il veleno di Roma
Chi hanno disprezzato i più spregevoli tra i nemici? Noi consoli o voi, Romani? Se la colpa sta in noi, allora togliete il comando a degli uomini indegni, se la colpa sta in voi, possa non esserci nessuno tra gli dei, né tra gli uomini che punisca le vostre mancanze, oh Romani, e possiate pentirvi di esse unicamente voi stessi.
La discordia delle classi sociali è il veleno di questa città! Gli scontri tra i senatori e la plebe – mentre voi siete infastiditi dai patrizi, mentre i patrizi sono infastiditi dalle magistrature dei plebei – hanno accresciuto il coraggio ai nemici di Roma! In nome degli dei! Cosa volete, Romani?
Desideraste dei tribuni della plebe: a scopo di concordia li abbiamo concessi. Desideraste i decemviri: abbiamo sopportato che fossero eletti. Vi siete stufati dei decemviri: li abbiamo costretti a deporre la magistratura.
Avete voluto che fossero eletti nuovamente dei tribuni della plebe: li avete eletti. Quale sarà la fine delle discordie? E quando mai sarà consentito avere una sola città, quando mai sarà consentito che questa sia la patria di tutti?