Quia Dionysius Syracusarum tyrannus admodum crudelis erat ac cotidie ...

Poiché Dionigi, tiranno di Siracusa, era assai crudele e tormentava quotidianamente in ogni modo i cittadini, Finzia, seguace di Pitagora, volendo essere utile ai suoi concittadini, decise di ucciderlo.

Ma, mentre Finzia sta per colpire il tiranno con un pugnale, le guardie del corpo di Dionigi lo afferrarono e il tiranno, che aveva evitato la morte, immediatamente lo condannò a morte. Finzia accolse la sentenza con animo sereno, ma chiese al tiranno una grazia, di poter tornare a casa e per l'ultima volta rivedere la madre.

Promise che sarebbe tornato a Siracusa entro tre giorni e offrì come garante della promessa l'amico Damone. Dionigi, gettato in prigione Damone, liberò lui. Finzia, rivide la madre, ma il suo ritorno fu assai difficile, poiché a causa di una violenta pioggia non poteva attraversare un fiume profondo e turbinoso.

Nel giorno stabilito, ormai i soldati di Dionigi stavano per uccidere Damone al posto di Finzia, quando all'improvviso giunse Finzia. Il tiranno, commosso da una così grande prova di amicizia e lealtà, accordò il perdono a Finzia e gli concesse la libertà e lasciò andare gli amici illesi.

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