Morte di Epaminonda (Versione latino Nepote)
Morte di Epaminonda Autore: Cornelio Nepote Millenium
Hic extremo tempore imperator apud Mantineam cum acie instructa audacius instaret hostes, cognitus a Lacedaemoniis, quod in unius pernicie...
Costui comandante all’ultimo momento presso Mantinea, schierato l’esercito, mentre incalzava i nemici piuttosto arditamente, riconosciuto dai Lacedemoni, poiché pensavano che nella rovina di uno solo fosse posta la salvezza della sua patria, tutti quanti fecero l’assalto contro lui solo e non si ritirarono prima che con grande strage e molti uccisi, videro lo stesso Epaminonda che combatteva fortissimamente colpito da lontano da un giavellotto, cadere.
Dalla sua caduta i Beoti furono un poco arrestati, ma non si ritirarono dal combattimento prima di respingere gli attaccanti. Ma Epaminonda accorgendosi di aver ricevuto una ferita mortale e nello stesso tempo che avrebbe esalato l’anima, se avesse estratto il ferro, che era rimasto nel corpo (staccata) dall’asta, lo trattenne fino a che fu annunciato che i Beoti avevano vinto.
Dopo che sentì ciò, “Abbastanza, disse, ho vissuto; infatti muoio invincibile”. Poi estratto il ferro subito spirò. --------------
da altro libro
Epaminonda fu trasportato nell'accampamento mentre ancora respirava e poiché i medici chiamati affermarono che di sicuro, nel momento in cui la lancia fosse stata estratta dalla corazza, sarebbe successo anche che ne sarebbe scaturita la morte, terminò la sua vita molto nobilmente.
Per prima cosa infatti, fatto venire lo scudiero, gli chiese se fosse riportato salvo lo scudo. Quando quello rispose in modo affermativo e collocò lo scudo davanti ai suoi occhi, domandò ancora quale dei due schieramenti fosse risultato vincitore.
Poiché il ragazzo gli assicurava che i Beoti avevano ottenuto la vittoria, disse: "E' tempo ora di morire" e ordinò di estrarre la lancia. Poiché gli amici presenti proruppero in grida di dolore e uno gli disse: "Te ne vai senza figli, Epaminonda!" e scoppiò in lacrime, egli rispose: "No, per Zeus, lascio invece due figlie, la vittoria di Leuttra e quella di Mantinea.
" E essendogli stata estratta la lancia, senza turbamento spirò. E noi che abbiamo la consuetudine di far seguire alla narrazione della morte dei grandi uomini l'elogio che a ciascuno spetta, riteniamo che sarebbe assolutamente sconveniente trattare sbrigativamente la morte memorabile di un tale uomo.