Sed omnium oculos animosque in semet averterant captivae mater coniunxque ...
Tuttavia le prigioniere, la madre e la moglie di Dario, avevano attirato su di loro gli sguardi e le attenzioni di tutti: la prima, degna di rispetto non solo per la dignità, ma anche per l'età, la seconda, per la bellezza dell'aspetto.
Aveva accolto in grembo il figlio di non ancora sette anni, nato nella speranza di tanta buona sorte, quanta suo padre ne aveva perduta poco prima. Invece, sul grembo della nonna anziana erano appoggiate due giovani donne adulte, stremate non solamente dal proprio dolore, ma anche da quello di lei.
Intorno a lei si era radunata una cospicua folla di donne aristocratiche, con i capelli strappati e l'abito lacero, immemori della passata eleganza, che invocavano le (loro) regine e padrone con titoli un tempo veri, ora spettanti ad altre.
Quelle, dimentiche della loro sventura, chiedevano in quale dei due fianchi dell'esercito era stato Dario, e quale fosse stato l'esito della lotta: dichiaravano di non essere prigioniere, se il re era vivo. Ma quello, cambiando cavalli in continuazione, era fuggito lontano.