Giovare agli altri è un dovere dell'uomo giusto (Versione Cicerone modus vertendi)

Giovare agli altri è un dovere dell'uomo giusto versione latino Cicerone libro modus vertendi

Hecatonem quidem Rhodium, discipulum Panaetii, video in iis libris, quos de officio scripsit Q. Tuberoni, dicere, sapientis esse nihil contra mores, leges, instituta facientem habere rationem rei familiaris....

Vedo che Ecatone di Rodi, discepolo di Panezio, nei libri scritti 'Sul dovere' e da lui dedicati a Quinto Tuberone, dice: "è proprio del sapiente curare il proprio patrimonio senza far nulla contro la morale, le leggi e le istituzioni.

Non vogliamo, difatti essere ricchi solo per noi, ma per i figli, i parenti, gli amici e soprattutto per lo Stato. I beni e gli averi dei singoli costituiscono, infatti, le ricchezze della città". A costui non può assolutamente piacere il gesto di Scevola, che ho citato poco fa; difatti egli dice che non farebbe per suo profitto soltanto quello che non è permesso.

A costui non bisogna concedere né lode né riconoscenza. Comunque, sia che la simulazione e la dissimulazione costituiscano frode, pochissime sono le azioni in cui non entri la frode; sia che uomo onesto sia colui che giova a chi può e non nuoce a nessuno, è certo che non possiamo trovare facilmente questo uomo onesto.

Non è mai utile, dunque, cadere in fallo, perché è sempre disonesto, e, poiché è sempre onesto essere probi, è sempre utile.

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