Venit ergo galbino succincta cingillo, ita ut infra cerasina appareret tunica et periscelides tortae ...
Così lei arrivò, con il vestito tenuto su da una cintura giallina, in modo che sotto la tunica color ciliegia si vedessero i cerchietti intrecciati alle caviglie e gli stivaletti dorati.
Allora, pulendosi le mani con un fazzoletto che aveva attorno al collo, si accosta a quel triclinio su cui stava sdraiata Scintilla, la moglie di Albinna. Quindi si arrivò al punto che Fortunata sfilò i suoi braccialetti dalle grassissime braccia e li fece vedere a Scintilla, che era ammirata.
Da ultimo sciolse anche le cavigliere e la retina d'oro, che a sua detta era di oro puro. Trimalcione osservò queste cose, e comandò che venisse condotta una bilancia e che si controllasse il peso fatto circolare tra i commensali.
E migliore (fu) Scintilla, che si tolse dal collo una cassettina decorata d'oro, che chiamava Felicione. Quindi estrasse due orecchini di perle, li offrì a propria volta a Fortunata e disse: Grazie a mio marito, nessuna ne possiede migliori.