Numa Pompilio e Tullo Ostilio (Versione latino Eutropio)
Numa Pompilio e Tullo Ostilio Autore: Eutropio
Dum Romulus apud milites contionem habet in campo ad Caprae paludem, subita tempestas fuit cum magno fragore tonitruisque et densus nimbus regem operuit: Romulus statim evanuit nec deinde in terra fuit....
Mentre Romolo teneva (lett. aveva) un'assemblea presso i soldati in campo alla palude della Capra, si verificò una tempesta improvvisa con grande fragori di tuoni e una densa nube celò il re: Romolo immediatamente sparì né fu mai più (visto) in terra.
Così la leggenda raccoata: Romolo fu ricevuto in cielo come (fosse) un dio fra gli dei poi fra gli uomini fu soprannominato Quirino.
Dopo (di lui) fu eletto re Numa Pompilio; non portò guerre, soccorse molto la città. Offrì ai Romani leggi e usanze: infatti gli abitanti della nuova città erano ritenuti ladri e semibarbari per l'abitudine dei combattimenti. Suddivise l'anno, prima indistinto, in 12 mesi e molti luoghi sacri ed edificò i templi di Roma. Morì per malattia dopo quarantadue anni di governo.
A Numa succedde Tullio Ostilio: preparò guerre, vinse gli Albani, superò i guerra i Veienti e i Fidenati, ampliò la città e aggiunse il monte Celio. Dopo che regnò per 32 anni fu colpito da un fulmine e arse con tutta la regia.