La città di Tiro - NEXUS - Versione latino Curzio Rufo
Versione da NEXUS 2 pag. 80 n° 6
Tyrus septimo mense, quam oppugnari coepta erat, capta est, urbs et vetustate originis, et crebra fortunae varietate ad memoriam posteritatis insignis.
Condita ab Agenore, diu mare non vicinum modo, sed, quidcumque classes eius adierunt, dicionis suae fecit; et, si famae libet credere, haec gens litteras prima aut docuit, aut didicit. Coloniae certe eius paene orbe toto diffusae sunt: Carthago in Africa, in Boeotia Thebae, Gades ad Oceanum. Credo libero commeantes mari saepiusque adeundo ceteris incognitas terras elegisse sedes iuventuti, qua tunc abundabant, seu quia crebris motibus terrae, - nam hoc quoque traditur, - cultores eius fatigati nova et externa domicilia armis sibimet quaerere cogebantur.
Tiro fu conquistata dopo sette mesi da quando ebbe inizio l’assedio, città importante alla memoria dei posteri sia per l’antichità della sua origine sia per l'alternarsi spessodel suo destino. Fondata da Agenore, soggiogò per lungo tempo al suo potere non solo il vicino mare, ma qualunque mare fosse solcato dalle le sue flotte. E, se bisogna credere alla sua fama, questo popolo per primo insegnò o apprese l’alfabeto. Di sicuro le sue colonie sono sparse quasi in tutto il mondo: Cartagine in Africa, Tebe in Beozia, e sulle rive dell’Oceano, Cadice.
Credo che, girovagando sul libero mare e più spesso approdando su terre sconosciute agli altri, abbiano scelto luoghi per i loro giovani, di cui allora abbondavano, sia perché i suoi abitanti, a causa dei frequenti terremoti – infatti anche questo viene tramandato – erano costretti a cercare per sé con le armi nuove sedi in terre straniere.