Paragone tra greci e Romani - VERSIONE NOVA OFFICINA e traduzione
Paragone tra greci e Romani
Autore: Sconosciuto
numero 62 a pagina 109 di Nova Officina
Omnium antiquae aetatis populorum maximi atque excultissimi fuerunt Graeci et Romani neque apud ullum populum plures et clariores viri floruerunt.
Graeci priores, cum optimarum artium initia invenisset, omnes doctrinas diligentissime perspexerunt, pulcherrimas imagines deorum hominumque sculpserunt aut pinxerunt, magnificentissima templa aedificaverunt, iucundissima carmina scripserunt. Carmina Homeri et Hesiodi adhuc legimus maxima cum animi delectatione. Romani autem plus virtutis in bello et sapientiae in rebus civilibus habuerunt. Nullus enim populus potentiores et plures hostes bello devicit aut sapientiores leges constituit et utiliora instituta invenit, nullus plures vias per Europam duxit vel ampliores aquaeductus aedificavit.
Suum imperium maximum et iustissimum Romani praedicaverunt, sed superbiores quam veraciores videntur, quia crudeliores et dominationis cupidiores fuerunt.
Tra tutti i popoli dell'età antica, i Greci e i Romani furono i più importanti e i più raffinati e non fiorirono presso nessun altro popolo uomini più numerosi e più illustri. I Greci, avendo scoperto le origini delle più nobili arti, studiarono per primi tutte le scienze in maniera davvero diligente, scolpirono o dipinsero bellissime immagini di dei e di uomini, edificarono templi grandiosi, composero piacevolessime poesie. Leggiamo ancora le opere di Omero e di Esiodo con il più grande piacere dell'animo.
I Romani, invece, ebbero maggior valore in guerra e saggezza negli affari politici. Nessun popolo, infatti, sottomise con la guerra nemici più potenti e numerosi oppure istituì leggi più sagge e stabilì istituzioni più utili, nessuno costruì più numerose vie attraverso l'Europa o edificò acquedotti più grandi. I Romani vantarono il loro impero come il più potente e il più giusto, ma sembrano più superbi che sinceri, poiché furono alquanto crudeli e bramosi di conquiste.