Una vedova inconsolabile
Una vedova inconsolabile Versione di latino da Petronio LIBRO NOVA OFFICINA versione n. 469 pagina 540
Testo latino Inizio: Matrona quaedam Ephesi tam notae erat pudicitiae ut vicinarum quoque gentium… fine. …quotiescumque defecerat, positum in monumento lumen renovabat
Ad Efeso una qualche matrona era cosi famosa per la sua virtù che anche dai paesi vicini le donne venivano ad ammirarla.
Questa dunque, avendo seppellito il marito, non contenta di seguire il feretro -come facevano tutte le altre- con i capelli sciolti e percuotendosi il petto nudo al cospetto della gente, volle seguire fin dentro il sepolcro, dove comincio a vegliare giorno e notte la salma deposta nella cripta secondo l’uso dei Greci.
Era cosi disperata e decisa a lasciarsi morire di fame che, ne i genitori ne i parenti riuscirono a farla cambiare idea. Infine anche i magistrati vennero rispediti indietro respinti, da tutti commiserata donna senza uguali che non toccava cibo da cinque giorni.
Ad assistere la sventurata c’era la sua fedelissima ancella che univa le sue lacrime a quella della padrona e che ogni qual volta la lampada piazzata sulla tomba accennava a spegnersi provvedeva a riaccenderla.