L'aquila e le allodole (NOVE)
Aquila saepe alaudas agitabat et acutis falculis suis eas arripiebat. Aquila igitur a timidis... Vitam laetam desiderabamus et nos aquilae malae commisimus. Nunc merito poenam stultitiae nostrae luimus».
Un'aquila spesso perseguitava le allodole e con i suoi artigli taglienti le afferrava. L'aquila era dunque molto temuta dalle paurose allodole.
Ma poi le allodole impararono ad evitare le imboscate dell'aquila con una rapida fuga. Allora l'aquila si serve di un raggiro. Va da loro e dice: "Perché trascorrete una vita angosciata?" Fatemi vostra regina!
Vivete (agite = imperativo di ăgo, ăgis, egi, actum, ăgĕre) tutta la vita! Infatti io posso difendere le allodole e (posso) garantire (sottint. a voi) una vita serena. Quelle, che sono sciocche, credono alla furba aquila e la prendono come regina. Ma quella, dopo che viene eletta regina, comincia ad esercitare la sua autorità e a divorare le povere allodole (singulas =) una per volta.
Allora una fra le superstiti esclama così: "Siamo davvero delle sciocche! Noi desideravamo una vita serena e ci siamo consegnate all'aquila. Ora subiamo a ragione la punizione della nostra stoltezza."