La cicala e la formica - Nove
Olim garrula cicada apud frondosam silvam canebat, laboriosa formica autem assidue laborabat. Cicada formicam videt et bestiolae industriam ita vituperat...«Antea canebas, nunc salta!».
Un giorno una cicala canterina cantava in un bosco frondoso, invece una formica laboriosa lavorava assiduamente.
La cicala vede la formica e biasima in questa maniera l'operosità dell'insetto: O sciocca formica, perché sprechi la tua vita nel lavoro? Io viceversa riposo all'ombra, trascorro una vita felice e senza preoccupazioni canto beatamente ed allieto i contadini.
Ma la formica diligente disprezza la pigrizia della cicala, e non si preoccupa della sfrontatezza, ma persevera nel suo lavoro. Ma arriva l'inverno e secca la terra e le piante; gli animaletti sono costretti a restare nelle tane a causa della pioggia. Grazie alla precedente operosità la formica ha una gran quantità di briciole e vive con gaiezza; la cicala, invece, a causa della sua negligenza non ha cibo ed è in miseria.
Allora implora la formica: "Dammi poche briciole, ti prego: infatti sono affamata". Ma la formica risponde così all'imprevidente cicala: "Prima cantavi, ora balla!".
Versione tratta da Fedro.