La vendetta di Medea - Versione Nove
Euripides poeta in tragoedia, quae "Medea" inscribitur, Iasonis et Medeae coniugii exitum triste et funereum narrat. ...Corintho, Solis alato curru, profugit.
Il poeta Euripide nella tragedia, che si intitola "Medea", narra la fine triste e funesta dell'unione di Giasone e Medea.
Medea aveva generato da Giasone due figli e aveva vissuto a Corinto per parecchi anni e con grandissimo accordo. Tuttavia molti tuttavia rimproveravano a Giasone che un uomo così forte, bello e nobile avesse come moglie una straniera ed una maga. Creonte, il re di Corinto, poiché desiderava tramandare il regno a Giasone, stabilì di dargli in sposa Creusa, sua figlia minore e mandò in esilio Medea, poichè ne temeva i pericoli e le magie.
Giasone, dopo aver accettato molto volentieri la decisione, ripudiò subito Medea e tenne in poco conto superbamente il suo inconsolabile dolore, le preghiere e le minacce. Quando ella vide che lei, nonostante fosse così tanto meritevole verso Giasone era stata offesa così pesantemente, meditò su un'atroce vendetta. Mandò a chiamare Giasone e fingendo di accettare con animo sereno le sue nuove nozze, approvò la sua decisione come giusta e utile. Poi fece una veste ed una corona d'oro che ordinò ai suoi figli di portare in dono alla matrigna.
Non appena Creusa indossò i doni, impregnati di veleni, cominciò a bruciare e perse la vita anche il padre per aiutare la figlia. Quando Giasone accorse furioso, Medea davanti agli occhi dello stesso uccisi i suoi figli nati da Giasone e con i corpi dei figli fuggì da Corinto sul carro alato del Sole.