I pompeiani hanno in mano la vittoria prima della battaglia - Nuovo dalla sintassi al testo
I pompeiani hanno in mano la vittoria prima della battaglia
Versione di latino di Cesare
LIBRO Nuovo dalla sintassi al testo
Inizio: Iam de sacerdotio Caesaris Domitius, Scipio Spintherque Lentulus. . fine: ...us superare possent, sed quemadmodum uti victoria deberent cogitabant
Molto presto Domizio, Scipione e Lentulo Spintere, nei quotidiani dibattiti sulla successione al sacerdozio (pontificato)
di Cesare, giunsero pubblicamente a gravissime ingiurie verbali: Lentulo rivendicava il privilegio dell'età, Domizio esaltava il favore e l'autorità di cui godeva a Roma, Scipione confidava nella parentela con Pompeo. Acuzio Rufo poi accusò, presso Pompeo, L. Afranio del tradimento dell'esercito, che diceva che lui aveva condotto con negligenza la guerra in Spagna.
E L. Domizio in consiglio disse che era favorevole a che, una volta finita la guerra, ai senatori che avevano partecipato insieme a loro alla guerra venissero divise tre tavolette di voto, per esprimere singoli giudizi su chi era restato a Roma o chi, trovandosi nelle terre occupate da Pompeo, non aveva combattuto: una sarebbe stata la tavoletta per assolvere da ogni imputazione; un'altra per condannare a morte, la terza per imporre multe.
Insomma tutti discutevano o delle proprie cariche o delle ricompense in denaro o dei nemici da perseguire e pensavano non come vincere, ma come mettere sfruttare la vittoria.