In difesa di un amico - Operativamente - Versione di Cicerone
In difesa di un amico Cicerone versione libro Operativamente pagina 89
Teque, C. Flave, oro et obtestor, qui meorum consiliorum in consulatu socius, periculorum particeps, rerum quas gessi adiutor fuisti, meque...
E Te, o C. Flavio (Vocatino), prego e supplico, che fosti socio dei miei consoli nel consolato, partecipe dei pericoli e complice delle cose che feci, e tu hai voluto non solo che io non fossi sempre salvo ma anche onorevole e forte (nel parlare) che ti prego di salvare lui per me attravero questi.
Lui attraverso il quale vedi me che sono stato salvato da te per loro. Non avrò di più, le tue lacrime me lo impediscono e le vostre, giudici, non sono le mie, dalle quali io sono portato dal mio grande timore alla speranza, voi stessi sarete nel salvarlo, che lo foste nei miei confronti, dal momento che per queste vostre lacrime di quel ricordo spargeste per me spesso e molto.