Le ubriacature possono, qualche volta, anche giovare
Nonnumquam usque ad ebrietatem veniendum est,... Sed nec saepe faciendum est, ne animus malam consuetudinem ducat. (da Seneca)
Ogni tanto si può arrivare fino all'ubriachezza, non perché ci faccia affondare, ma perché ci ammorbidisca.
Infatti (l'ubriachezza) scioglie le preoccupazioni, muove l'animo dal profondo e come guarisce alcune malattie, così anche la tristezza (medeor regge il dativo morbis e tristitiae).
L'inventore del vino fu chiamato libero non per la licenza della lingua ma perché libera l'animo dalla servitù delle cure e lo scoglie e lo rinforza e lo rende più audace in tutte le imprese. Ma come la moderazione della libertà è salutare così lo è (la moderazione)
del vino. Si crede/Credono che Solone e Arcesila si abbandonassero al vino; a Catone fu rimproverata l'inclinazione al bere. Ma non bisogna farlo spesso, affinché l'animo non assuma una cattiva abitudine.
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