La caduta di Corinto

Corinthus, Achaiae caput, Graeciae decus, urbs inter duo maria ...  permixta sunt, et aeris, auri argentique venae in commune fluxerunt

Corinto (città) principale d'Acaia ornamento della Grecia. posta come a spettacolo fra i due mari Ionio ed Egeo. Primad ichiarata nemica (che cosa indegna)!

fu sacrificata. Ragione ne fu Crittolao, abusando contro i Romani della libertà da loro concessagli ed insultandone gli ambasciatori con le parole, se non anche con i fatti. A metello dunque che stava allora regolando la Macedonia, ne fu commessa la vendetta da cui la guerra d'Acaia. Egli per prima cosa battè l'esercito di Critolao nelle pianure dell'Elide lungo il fiume Alfeo.

Già la terra era finita con un solo fatto, già di terrore era colma l'assediata città, (ma quale combinazione!) combattà Metello, e ne colse Mummio la palma. Questi distrusse nelle gle dell'Istmo le truppe di Dieo altro generale, e me insanguinò ambi i porti. Infine la città restò deserta, saccheggiata, e a squillo di trombe distrutta. Quanti drappeggi, statue, pitture furono rapinate, bruciate, gettate!

E si può far ragione dei tesori arsi e rapiti dal sapere che ne fu solo un avanzo il metallo di Corinto, che in ogni dove si elogia e che acquistò pregio dallo stesso eccidio di una così ricca città, il cui incendio ricevendo una quantità immensa di statue e di altre figure  disciolse e mischiò con il rame l'oro e l'argento.

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