Epistulas ad me mittendas tradidisti, mi Lucili, ut scribis, amico tuo; deinde admones ...
O mio Lucilio, hai affidato al tuo amico, come scrivi, le lettere da mandare a me; poi mi avverti di non condividere con lui tutte le cose che ti riguardano, poiché nemmeno tu stesso sei solito farlo:
in tal modo, nella medesima lettera, da una parte hai definito quello un amico, e dall'altra hai detto di no. Ma se reputi amico quello del quale non ti fidi come di te stesso, sbagli fortemente e non conosci a sufficienza l'essenza della vera amicizia.
Certo, decidi ogni cosa insieme all'amico, però prima decidi su lui stesso! Dopo l'amicizia occorre fidarsi, prima dell'amicizia occorre giudicare.
Rifletti a lungo se devi accogliere qualcuno in amicizia. Quando ti sarà piaciuto, accettalo con tutto il cuore; parla con lui tanto francamente come con te stesso.