Olim rusticus mus in villulam suam urbanum murem invitavit et hospiti ...
Una volta, un topo di campagna invitò nella sua casetta di campagna un topo di città, e offrì all'ospite molti cibi campestri.
Però il topo di città, che era di carattere superbo, era stato abituato ai cibi sofisticati dei ricchi, e, con dente schizzinoso, toccava a malapena ciò che l'amico gli metteva davanti con grande generosità. Alla fine, il topo di città dice: Sono andato in città tra gli uomini, e vivo felice tra le dolcezze, memore della brevità della vita! Immediatamente il topo di campagna si lancia veloce fuori dalla casupola, e si dirige in città con il compagno.
A notte fonda i topi si fermano in una casa magnifica, che risplende d'avorio e di porpora. Tuttavia, appena il topo di campagna, felice della nuova sorte, assapora con grandissimo piacere cibi insoliti e sofisticati, l'improvviso stridore delle enormi porte lo spaventa: dei cani minacciosi latrano, e il frastuono riempie le camere fino al soffitto a cassettoni.
Allora il topo di campagna dice: Preferisco ritornare nella mia casetta di campagna, poiché ero al sicuro senza insidie, e soddisfatto dei semplici legumi.