Proximo anno, cum Dyrrhachium ac vicina ei urbi regio castris Pompei teneretur qui, accitis ex omnibus ...
L'anno seguente, mentre Durazzo e la regione vicina a quella città era occupata dall'accampamento di Pompeo (il quale, fatte venire a sé legioni e truppe ausiliarie di cavalieri e di fanti da tutte le province al di là del mare, aveva messo insieme un enorme esercito), C. Cesare, grazie alla sua rapidità e alla buona sorte, non incontrò alcun ostacolo nell'arrivare là – egli stesso e l'esercito – quando lo volle, per mezzo delle flotte, e non esitò, all'inizio, a congiungere quasi il proprio accampamento con quello di Pompeo, e poi anche a cingere quello con l'assedio e con le fortificazioni.
Ma la mancanza di viveri, per coloro che assediavano, era più dura che per gli assediati. Nei combattimenti, poi, l'esito fu alterno, con uno, nel quale i soldati di Cesare furono duramente respinti, di gran lunga più favorevole ai Pompeiani.
A quel punto Cesare si diresse con l'esercito in Tessaglia. Pompeo, sebbene i più lo esortassero a trasferire le truppe in Italia, per propria smania inseguì il nemico.