Romulus et Remus ubi adoleverunt vi corporis atque audacia animi aequales suos superaverunt ...
Romolo e Remo, quando divennero giovinetti, superarono i loro coetanei quanto a forza del corpo e quanto a prodezza dell'animo.
Queste virtù spinsero i pastori a sceglierli come capi: sotto la loro guida, davano la caccia agli animali selvatici per i monti e per le foreste, e catturavano ed uccidevano persino i briganti che infestavano quei luoghi. Un giorno, divampò una lite in merito al bottino: i pastori accusarono Remo di furto, e lo portarono al cospetto di Numitore, affinché lo giudicasse e lo punisse.
Ma il re, da segni sicuri, riconobbe il nipote, poi, chiamò presso di sé anche Romolo, e raccontò loro la loro origine. I giovani, dopo che, insieme ai pastori, avevano conquistato la reggia, uccisero lo stesso re Amulio.
Poi restaurarono sul trono il nonno Numitore, e lasciarono a lui Alba Longa; loro, invece, cercarono il luogo presso il Tevere, dove li aveva trovati il pastore Faustolo. Nella medesima zona fondarono una nuova città.