Scribarum vita quondam filiis sui senex scriba laudabat: Scriba sum vos quoque pueri scribae este! ...

Una volta, un vecchio scrivano tesseva le lodi della vita degli scrivani ai propri figli (lett. : "lodava ai figli suoi la vita degli scrivani"): Sono uno scrivano: anche voi, o fanciulli, sarete scrivani.

Sarete felici, senza dubbio alcuno! Dunque celebrate il vostro mestiere! Gli agricoltori, infatti, o i marinai, o i poeti, o gli atleti, nostri colleghi, certamente non sono felici e neppure lo saranno. Infatti, gli agricoltori arano la terra secca, e non sempre, in autunno, raccolgono i frutti, perché, per via delle molte piogge, alle volte i fiumi allagano i campi.

Per giunta, gli agricoltori devono dare al padrone sempre una grande quantità di frumento: per cui, non sempre godono di riposo nell'ombra dei fichi frondosi, così come è stato scritto da molti poeti. I marinai si affidano spesso alla navigazione verso il lontano Egitto o l'Asia, tra onde terribili e tempeste; di tanto in tanto, combattono anche contro la ferocia di pirati crudeli.

Gli atleti non hanno mai riposo (dativo di possesso). I poeti illustri hanno ed avranno sempre molti allori, ma le poesie non danno il pane. Perciò, o fanciulli, siate degli scrivani: gli affari del vostro padrone vi staranno a cuore, e farete sempre profitti cospicui.

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