Temerarietà punità del console Gaio Flaminio - Valerrio Massimo Proxime versione latino
Temerarietà punità del console Gaio Flaminio Valerrio Massimo versione latino traduzione libro proxime
C. Flaminius, inauspicato consul creatus, cum apud Trasumennum lacum cum Hannibale confligere statuisset, equo, qui super caput eius ruerat, humi prostatus est....
Questa elevazione d'animo, che si fa notare nei pericoli e nelle fatiche, se è disgiunta dalla giustizia e non combatte per la comune prosperità, ma per il proprio vantaggio, è colpevole; non solo infatti non è virtù, ma è proprio contraria ad ogni sentimento di umanità.
Perciò nessuno che meritò la fama di forte con malizie a con insidie, s'acquistò mai la lode: nulla che sia contrario alla giustizia può essere onesto.
Bellissima, dunque, quella frase di Platone: « Non solo quel sapere, che è disgiunto da giustizia, va chiamato furfanteria piuttosto che sapienza, ma anche il coraggio che affronta i pericoli, se è mosso, non dal bene comune, ma da un suo personale interesse, abbia il nome di audacia piuttosto che di fortezza». Noi vogliamo pertanto che gli uomini forti e coraggiosi siano, nel medesimo tempo, buoni e schietti, amanti della verità e alieni da ogni impostura.
Ma ciò che è veramente biasimevole è che in questa elevatezza e grandezza d'animo facilmente nascono le caparbietà allo smodato desiderio di predominio.