Affrettati a vivere bene, lontano dalla gente - Quae manent 2 pagina 392 numero 13
Quaeris quid me maxime ex iis quae de te audio delectet?...
Chiedi che cosa tra quelle che ascolto in merito a te mi diletti di più? Il fatto che non ascolto nulla, che parecchi di quelli che interrogo non sanno cosa tu faccia.
È salutare questo, il non vivere con persone dissimili e che desiderano cose diverse. Ho pure fiducia che tu non puoi essere distorto e che rimarrai nel proposito, anche se ti circondasse una folla di agitatori. Dunque cosa c'è? Non temo che ti cambino, temo che ti ostacolino. In verità potrebbe nuocere molto anche colui che indugia, soprattutto in una così tanta brevità di vita, che rendiamo più breve con l'incostanza, iniziando un'altra cosa di questa e subito dopo una diversa; la frammentiamo in piccole parti e la dilaniamo.
Affrettati dunque, carissimo Lucilio, e pensa quanto ti accingi ad aggiungere alla velocità, se il nemico sovrastasse da dietro, se sospettassi che un cavaliere sopraggiungesse e calcasse le impronte di coloro che fuggono. Accade ciò, sarai stretto:
affrettati e evadi, conduci te stesso al sicuro e subito dopo considera quanto bella sia la cosa cioè il consumare la vita prima della morte, poi l'attendere sicuro la restante parte del proprio tempo, posto nulla per sé, in possesso di una vita beata, che non diventa più beata se è molto lunga.
(By Maria D. )
Versione tratta da Seneca