Annibale devasta la Campania - Versione latino Quae manent 2 pagina 113 numero 21
Hannibalem ingens cupido incesserat Tarenti potiundi....
Un ingente desiderio d'impadronirsi di Taranto aveva invaso Annibale. Vedeva che la città era sia ricca e nobile, che marittima e rivolta opportunamente verso la Macedonia e che, se fosse passato in Italia, i Romani possedendo Brindisi, il Re Filippo avrebbe attaccato questo porto.
Perpetrato lì il rito sacro per cui era giunto e, mentre dimorava lì, devastato il campo cumano fino al promontorio di Miseno improvvisamente convertì l'esercito in marcia verso Pozzuoli Per opprimere il presidio romano.
C'erano seimila uomini e il luogo era fortificato anche da un baluardo, non solo dalla conformazione naturale. Il cartaginese dimorando lì tre giorni attaccato il presidio da ogni parte, poi, dato che non procedeva per nulla, procedette a saccheggiare il campo napoletano più per l'ira che per la speranza d'impadronirsi della città.
La plebe nolana, già da tempo allontanatasi dai Romani e ostile al suo senato, fu mossa dal suo arrivo verso il campo vicino. E così i legati per far venire Annibale giunsero con la promessa senza dubbio di consegnare la città.
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio