Annibale parla a Scipione prima della battaglia di Zama - Quae manent 2 pagina 75 numero 8
Summotis pari spatio armatis, cum singulis interpretibus...
Allontanati gli armati con lo stesso intervallo, s'incontrarono con i singoli interpreti, non solo come i più grandi condottieri del proprio tempo ma pari a uno qualsiasi dei re o dei comandanti.
L'uno sotto lo sguardo dell'altro per breve tempo, quasi attoniti per l'ammirazione reciproca, tacquero; allora Annibale più notevole: "Se era stato concesso questo così dal fato che io, che per primo ho portato guerra al popolo romano, e che tante volte ebbi quasi nelle mani la vittoria, sono giunto a chiedere ulteriormente la pace, mi rallegro che tu mi hai concesso moltissimo di sorte alla quale poter chiedere.
Che anche tu non abbia ciò tra le molte cose egregie di lodi tra gli ultime cose, che Annibale, a cui gli dèi avevano consegnato la vittoria su tanti condottieri romani, si sia arreso a te. La fortuna determinò anche questa beffa del caso da prendere le armi con tuo padre console, da venire alle mani prima di tutto con lo stesso comandante romano, giunsi senza armi dal figlio di costui a chiedere la pace.
(By Maria D.)
Versione tratta da Livio