Gli Ilergeti chiedono l'aiuto di Roma - Quae manent 1 pagina 481 numero 22
Consul haud procul Emporiis...
Il console aveva l'accampamento non lontano dagli empori. Tre legati giunsero in quel luogo da Bilistage il reuccio degli Elergeti, tra cui c'era un figlio di costui: si lamentavano che le loro fortezze erano state espugnate e che non c'era speranza, a meno che il romano non avesse mandato un presidio.
Il console, anche se era stato commosso dalle loro preghiere, tuttavia rispose che egli era trattenuto dalla paura: non aveva tante truppe (dat di possesso) da distribuire l'esercito e, diminuite le forze, da trovarsi in sicurezza, (stare in sicurezza, al sicuro), il grande esercito dei nemici essendo non lontano e essendo attesa la battaglia di giorno in giorno.
I legati, non appena udirono tali cose, piangendo si prostrarono alle ginocchia del console, implorarono di non abbandonarli in situazioni tanto affannose. Dato che quelli non avevano alleati (dat di possesso), respinti dai Romani non avevano alcuna speranza nelle terre. Questi avevano avuto la possibilità (dat di possesso) di evitare tale pericolo, ma si rifiutarono di congiurare con tutti gli altri. Non erano spinti da alcuna moneta, da nessuno spauracchio, sperando che ci fosse per loro abbastanza aiuto nei Romani.
"Non essendoci in verità alcun aiuto da voi, - alla fine dissero - noi rendiamo come testimoni gli uomini e gli dèi: siamo stati spinti costretti e malvolentieri tanto da defezionare, per non accogliere le medesime cose, che gli abitanti di Sagunto sperimentarono".
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio
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