Ho sempre difeso la patria, e la difenderò ancora - Quae manent 2 pagina 326 numero 4
Cum enim legati renuntiarint...
I legati infatti quando avranno riferito ciò che sicuramente riferiranno, cioè che Antonio non si trova in vostro potere, né in quello del senato, chi sarà un cittadino tanto disonesto da ritenere che quello debba essere considerato un cittadino?
Ora infatti sono appunto pochi quelli, ma tuttavia parecchi rispetto a ciò che è degno dello stato, da parlare così: "Non aspetteremo neppure i legati". Lo stesso stato strapperà a costoro sicuramente questa voce (lett questo parlare) e la simulazione di clemenza. Ho preferito che la mia sentenza fosse elogiata dopo venti giorni da tutti invece che oggi sia biasimata da pochi.
Per la qual cosa, Quiriti, attendete il ritorno dei legati e inghiottite il fastidio di pochi giorni. Quando questi avranno fatto ritorno, se porteranno la pace, mi giudicherete bramoso; se porteranno la guerra, mi giudicherete provvido. Forse che io non provveda ai miei cittadini, non rifletta giorno e notte in merito alla vostra libertà, alla salvezza dello stato? Cosa infatti non vi devo, Quiriti, colui che voi emerso da se stesso avete preferito agli uomini più nobili a tutti gli onori?
O forse sono ingrato? Chi è da meno? Io che ho portato questi stessi nel foro quali impegni a pretendere gli onori del partito. È rude in uno stato? Chi è più pratico? Io che già a vent'anni combatta una guerra con i cittadini empi. Per tale ragione, Quiriti, con saggezza per quanto potrò, con impegno per lo più per quanto potrò, dormirò e veglierò per voi.
(By Maria D.)
Versione tratta da Cicerone