I miei Penati e quelli della patria chiedono il mio ritorno - Quae manent 1 pagina 511 numero 32
Quocirca te, Iuppiter Capitoline...
Di conseguenza ti prego, Giove Capitolino, che per i benefici il popolo romano definì Ottimo, per la forza Massimo, e te, Regina Giunone, e te, Minerva, custode della città.
Prego anche voi, padri penati e familiari, che mi avete moltissimo richiamato e rievocato, che proteggete lo stato e questa città. Vi chiamo a testimoni, dai cui templi e santuari io respinsi quella pestifera e nefanda fiamma di Catilina, e te, madre Vesta, le cui caste sacerdotesse ho difeso dal furore e dalla scelleratezza degli uomini folli, e di cui quel fuoco sempre eterno non ho sopportato o ho estinto con il sangue dei cittadini o ho compatito con l'incendio dell'intera città.
Ho quasi gettato in quel destino dello stato il mio capo per le vostre cerimonie e i templi perduti al ferro e al furore dei cittadini.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone