Manovre navali nell'Adriatico - Quae manent 2 pagina 11 numero 16
Illi adhibita audacia et virtute, administrantibus...
Quelli applicata l'audacia e la virtù, organizzando M. Antonio e Fufio Caleno esortando molto gli stessi soldati e non rifiutando alcun pericolo per la salvezza di Cesare, sebbene imbattutisi nell'Austro Salpano e sono trascinati ad Apollonia.
Questi essendo stati visti dal continente, Coponio, che era a capo della flotta di Rodi a Durazzo, fa uscire le navi dal porto, e ormai essendosi avvicinato ai nostri poiché il vento era più mite, lo stesso austro aumentò e fu di presidio ai nostri.
E quello in verità per tale ragione non desisteva dall'attacco, ma con il lavoro e la perseveranza dei marinai sperava di poter essere superiore anche all'impeto della tempesta e seguiva i nostri, che erano stati trascinati dalla grande forza del vento a Durazzo, per nulla più lentamente. I nostri invece, pur utilizzando il beneficio della fortuna, tuttavia temevano l'impeto della flotta, nel caso in cui il vento si fosse accidentalmente indebolito.
Imbattendosi nel porto, che è chiamato Ninfeo, a tre miglia oltre Lisso, introdussero lì le navi e stimarono il pericolo della tempesta più di poco peso, rispetto a quello della flotta. Appena che vi si entrò, l'Austro, che aveva soffiato per due giorni, per un'incredibile fortuna, si converte in Africo.
(By Maria D. )
Versione di latino tratta da Cesare