Trattative durante l'assedio di Corfinio - Quae manent 2 pagina 56 numero 28
Quibus rebus cognitis Caesar, etsi quam primum oppido...
Sapute tali cose Cesare, anche se optava d'impadronirsi della città quanto prima affinché non si verificasse un qualche cambiamento di volontà, tuttavia temendo che a causa dell'entrata dei soldati e e la piena libertà del tempo notturno la città fosse saccheggiata, lodò pienamente i legati che erano giunti e li sguinzagliò nella città, ordinò di far la guardia alle porte e alle mura. E in verità non vi fu alcuno fra tutti di animo tanto rilassato e allentato, da riposare durante quella notte.
C'era una così forte attesa delle cose importanti, che ciascuno era tratto con l'animo e con la mente verso l'altra parte (altrove), su cosa fosse accaduto agli stessi abitanti di Corfinio, a Domizio, a Lentulo, ai restanti.
All'incirca alla quarta veglia Lentulo Spintere parlò dal muro con le nostre guardie e sentinelle: diceva di voler incontrare Cesare.
(By Maria D.)
Versione tratta da Cesare