Umiltà e grandezza di Agesilao - Versione latino Quae manent 1 pagina 457 numero 14

Hic tantus vir ut naturam fautricem...

Quest'uomo tanto grande, come aveva avuto un'indole fautrice (accondiscendente, favorevole) nelle virtù dell'animo così la ottenne malevola nell'armonia fisica.

Infatti fu sia basso di statura sia di corporatura piccola sia zoppo ad un piede. Questa cosa conferiva anche una certa deformità, tanto che gli sconosciuti, disprezzato spesso l'aspetto, poi erano indotti molto di più all'ammirazione delle virtù di costui. Inviato in soccorso al Re dell'Egitto, si era sdraiato con i suoi in un luogo di ritrovo senza tetto e talmente che era povero aveva un giaciglio, tale che la terra era coperta di paglia e con la pelle gettata sopra.

Questo vestito umile e obsoleto rivestiva tutti gli Spartani, tanto che il re non veniva riconosciuto in alcun modo dall'ornamento. Ormai la notizia del suo arrivo era giunta presso il re e gli erano stati inviati i regali, ma i legati, nel momento in cui giunsero verso il luogo di ritrovo, credettero a stento che ci fosse un re tra quelli, che in quel momento erano sdraiati.

Tra i doni che quelli consegnarono, quello non accettò nulla eccetto la carne di vitello e tipologie di quel genere di pietanza, che la situazione presente richiedeva; distribuì tra i servi gli unguenti, le corone e la mensa successiva, ordinò che venissero riportate indietro tutte le altre cose.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cornelio Nepote

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