Un'incoronazione avallata da segni divini - Quae manent 1 pagina 555 numero 33

Dopo la morte di Romolo, sentito il nome di Numa, gli antenati Romani non anteposero alcun cittadino a quell'uomo e tutti deliberarono che il regno si consegnasse a Numa Pompilio.

Poiché Romolo acquisì il regno col consenso degli dei, anche Numa volle che si interpellassero (inf pres pass consulo) gli dèi su di lui. Quindi Numa fu condotto in modo solenne sulla rocca dal  sacerdote romano che traeva auspici per il futuro (=augure) ed egli si mise a sedere sopra una pietra rivolta a mezzogiorno.

L'augure con la testa velata prese posto alla sua sinistra, tenendo con la mano destra un bastone ricurvo senza nodo, che chiamarono lituo. Poi l'augure pregò gli dèi e delimitò i confini da est a ovest e disse che le parti verso sud erano (ess) propizie e che le parti verso nord erano funeste. Poi trasferito il lituo nella mano sinistra, messa la mano destra sulla testa di Numa pregò:

"Padre Giove, se è destino che questo Numa Pompilio, del quale io ho (teneo = avere nella mano) nella mano la testa, sia (esse) il re di Roma, inviaci tu segnali sicuri entro quei confini che io ho formato."
(by Vogue)

Versione tratta da Livio

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