Una vita da... persiano - Quae manent 1 pagina 466 numero 31

Il re Artaserse stupendosi della grandezza d'animo di Temistocle e desiderando che tale uomo si conciliasse con lui, concesse il perdono.

Quello s'impegnò per tutto quel tempo alle lettere e al discorso (linguaggio) dei persiani: si erudì a tali cose a tal punto, da parlare agevolmente presso il re e superare anche quelli più ragguardevoli che erano della Persia. Questi, dopo che aveva promesso molte cose al re e aveva dato i suggerimenti per opprimere una buona volta con la guerra la Grecia, ricevuti grandi doni dal re si diresse di nuovo in Asia e pose per sé il domicilio a Magnesia.

Ed infatti il re gli aveva donato tale città, in verità con tali parole, per donargli il pane, invece Lampsaco, per prendere il vino, poi minuta, per avere il companatico. Due monumenti rimasero per la memoria di costui: il sepolcro nei pressi della città, in cui fu sepolto, la statua nel foro di Magnesia.

Tucidide tramandò alla memoria che le ossa di costui vennero sepolte di nascosto dagli amici nell'Attica: infatti non era concesso dalle leggi che fosse seppellito in patria colui che era stato condannato per tradimento.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cornelio Nepote

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